Lee Child - Destinazione inferno

Jack Reacher si è lasciato alle spalle l’esercito e la carriera militare; adesso non risponde ad altri che non il suo istinto mentre si prende la libertà di esplorare gli Stati Uniti. Vagando per Chicago si trova ad aiutare Holly, una giovane donna con le stampelle, fuori da una tintoria. È il posto e il momento sbagliato: tre uomini armati gli puntano le armi addosso, li ammanettano e li caricano su un furgone lanciato verso una destinazione ignota. Chi sono i rapitori? Cosa vogliono?

Sono queste le domande che tengono in quota il romanzo per la prima parte. All’arrivo a destinazione la trama accelera ancora e capiamo che c’è di mezzo molto, molto di più che non una semplice richiesta di riscatto. Quel qualcosa ha a che fare con la vera identità di Holly e le conseguenze potrebbero portare a un vortice violenza in cui l’intero Paese potrebbe precipitare.

A parte un inizio forse un po’ caotico, con molti cambi di scena e un pretesto un po’ troppo casuale per dare inizio alla trama, la storia offre diversi colpi di scena e diverse rivelazioni che la rendono sempre più avvincente. È proprio l’inizio, purtroppo, che mi spinge a dare solo quattro stelle su cinque, che altrimenti meriterebbe.

Il punto forte del romanzo è senz’altro la figura di Jack, un connubio perfetto tra macchina da guerra e animo nobile. Mentre l’FBI, la CIA e la Casa Bianca brancolano nel buio, lui è virtualmente l’unico uomo all’altezza della situazione tra doppi giochi, scrontri armati e trucchi mentali. Gli eventi lo testano dall’inizio alla fine sia fisicamente sia mentalmente, fino a toccarlo nella sfera psicologica e spingerlo ad affrontare le sue paure più profonde.

I cattivi in questo romanzo sono credibilissimi e spietati; usano armi convenzionali e non, giochetti mentali, la retorica, i mezzi di informazione e infine le falle del sistema per ottenere quello che vogliono. Il capobanda è un sociopatico memorabile con un potenziale da leader totalitario e rappresenta un ottimo avversario per Jack.

Oltre a ritmo narrativo che non rallenta mai, un ultimo elemento che rende questo romanzo un’ottima lettura è la padronanza tecnica di Lee Child riguardo il mondo delle armi da fuoco e la sua capacità linguistica, allo stesso tempo, di non appesantire con tecnicismi poco utili ai fini della storia.

Raccomando questo romanzo – parte di una serie, ma leggibile anche come autoconclusivo – a chi cerca una lettura piena di azione, dal ritmo veloce e in cui l’intrigo di livello nazionale la fa da padrone.

Buona lettura!


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