Monumentale. Fenomenale. Impossibile. Potrei usare tanti altri aggettivi del genere per descrivere questo romanzo a cinque stelle.
Nel lontano 2019, in modo del tutto casuale vidi la versione in inglese nelle mani di un collega e quando chiesi di cosa parlasse lui mi ripose così:”ti dico solo che si parla di una casa in cui, a un bel momento, dal nulla compare una porta con una galleria di cui non c’è traccia all’esterno. Poi un muro si allunga da solo di cinque centimetri, una parete scompare e una riappare…cose così.”
Potevo resistere? No, e non sono rimasta delusa. La storia sembra un horror semplice: la classica famigliola americana si trasferisce in una nuova casa senza sapere che è molto, molto pericolosa. La casa non solo è un labirinto ma ha un fascino tutto suo, il richiamo dell’ignoto agisce sui personaggi con una forza propria fino allo scioglimento finale. Gli antri nascosti della casa sono mutevoli, minacciosi, labirintici, e l’atmosfera porta con sé una suspense appiccicosa che sente sia il protagonista che il lettore. I personaggi sono ben costruiti e Danielewski riesce a raccontare la storia con una lucidità impressionante, tale da far dimenticare di star leggendo – o almeno, a me è successo – .
Ma non finisce qui: il 60% del divertimento è rappresentato dalla forma in cui il testo è scritto. Nella realtà tessuta dall’autore Danielewski, la vicenda della casa Navidson è stata oggetto di studi e il racconto principale è in realtà la descrizione della pellicola girata dal protagonista Navidson durante l’esplorazione della casa. Questo è intervallato da una serie di lettere, studi universitari – con tanto di note a pié di pagina e citazioni – e documenti sulla casa. Un apparato impressionante di materiale aggiuntivo che va letto in parallelo alla vicenda principale grazie a una formattazione del testo degna di un maestro della grafica. Pagine quasi del tutto bianche si intervallano ad altre in cui il testo è diviso in colonne o racchiuso in etichette squadrate. Tutto questo non è un mero espediente estetico – anche se è bellissimo da vedere -, ma concorre all’interpretazione del testo da parte del lettore, che riconosce nella vicenda di questa casa labirintica un potenziale retelling del mito del Minotauro.
Bizzarro? Cervellotico? Maniacale? Forse. Però, a distanza di anni fatico ancora a trovare una pecca a questo testo e anzi, è probabile che prima o poi in futuro lo leggerò ancora. Di sicuro, questo romanzo richiede uno sforzo di lettura che non tutti saranno disposti a fare, perciò evitatelo se non siete in vena di misurarvi con romanzi al limite della narrativa. Per chi è invece intrigato o stimolato da una sfida di lettura, lo sforzo è certamente ripagato dalla sensazione di avere davanti qualcosa di geniale.